Il Codacons ha iniziato una battaglia contro Whatsapp. L’app di messaggistica violerebbe la privacy dei suoi utenti. Al centro della disputa, le operazioni di backup che, però, secondo i tecnici di Cupertino, non possono essere disattivate.
Questa volta nel mirino del Codacons è finito Whastapp. Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori ha denunciato la famosa app di messaggistica al Garante per la Privacy. Il motivo: comportamenti lesivi dei diritti degli utenti e mancato adattamento alle disposizioni europee in tema di privacy. Il Codacons ha segnalato che con Whatsapp è impossibile disattivare la funzione di backup delle chat, ma i dati del backup non sono criptati.
“Come noto WhatsApp, per impostazione predefinita, salva le chat in locale sulla memoria del dispositivo o sulla scheda Sd inserita nello smartphone Android, e/o su Google Drive. E’ altrettanto noto che i dati oggetto di backup, ad oggi, non risulterebbero criptati. Quando però si tenta di disattivare la funzione di ‘backup su Google Drive’, impostando il valore su ‘mai’, la procedura continua ad avviarsi”, ha spiegato il Codacons.
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Quando l’associazione ha fatto presente la questione alla società di Mark Zuckerberg, i tecnici hanno risposto che è impossibile bloccare il backup standard. E questo per il Codacons rappresenta un problema enorme di privacy. “La volontà dell’utente di non procedere al salvataggio dei dati non viene rispettata, in violazione dei principi generali sul trattamento dei dati personali: avviene, in sostanza, un trattamento dati senza il consenso dell’interessato. Per finalità non volute dall’utente ed oltre il tempo necessario rispetto alle finalità dello stesso“, ha precisato il Codacons.
Si è, dunque, aperto un contenzioso giuridico con la società di Whatsapp e intanto è stato chiesto al Garante per la Privacy di aprire un procedimento. “In assenza di interventi a tutela della privacy degli utenti, siamo pronti a intentare una mega class-action contro WhatsApp. Per conto di milioni di italiani che hanno scaricato l’app sui propri telefonini”, ha poi concluso il Codacons.
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