Al termine di un’attività investigativa coordinata dal capo della Sezione Distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano, Alberto Nobili, oggi sono stati eseguiti due decreti di perquisizione nei confronti di soggetti 50enni. Sono indagati per minacce gravi nei confronti del Sindaco di Milano Giuseppe Sala.
Avevano pubblicato su chat Telegram i numeri di telefono, la mail, ma sopratutto minacce del tipo “Ti tagliamo la gola”. Il mondo No Green pass si scatena in rete dove troppo spesso trovano sfogo rabbia e violenza. E’ successo tutto dopo un intervento del Sindaco di Milano Giuseppe Sala, in queste ore successive all’ultimo sabato di proteste nel capoluogo lombardo, quello scorso, il 14mo di fila. Il bilancio è stato di un cittadino egiziano arrestato e 83 persone denunciate.
Dopo le minacce e la diffusione dei contatti personali di Beppe Sala in rete sono scattate le indagini della Procura antiterrorismo di Milano, indagini affidate alla Digos milanese. Perquisizioni coordinate Direzione Centrale Polizia di Prevenzione tra le province di Vercelli e Cagliari. Alla fine sono due i cittadini perquisiti, persone comuni, tipici del movimento che protesta contro il certificato verde, non hanno precedenti.
Sono però utenti della chat Telegram riconducibile al movimento No Green Pass denominata “BASTA DITTATURA – PROTESTE” e chiusa lo scorso settembre dall’Autorità Giudiziaria di Torino e sulla quale, nelle scorse ore, ha pubblicare diversi messaggi e commenti altamente ingiuriosi e minatori nei confronti del primo cittadino di Milano.
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Il primo dei due utenti indagati per l’inchiesta della Procura di Milano sulle minacce al Sindaco Giuseppe Sala, è un 51enne del Sud Sardegna, tra gli altri ha postato il seguente messaggio: “Quindi è giusto anche prendere a calci in culo questo bastardo di merda quando avvistato nella città”. Il secondo invece è un 50enne residente nella provincia di Vercelli, che nella chat su Telegram scriveva: “Io è da tempo che dico basta giro tondi per le città ma di andare sotto le case, villette di questi e farli tremare il terreno dove camminano”.
Sono alcuni dei commenti che si leggono contro il titolare di Palazzo Marino Giuseppe Sala. Oggi durante le perquisizioni ai due cittadini sono stati sequestrati i cellulari e personal computer. Gli indagati hanno ammesso le proprie responsabilità. Solidarietà al primo cittadino del capoluogo milanese è arrivata da tutte le forze politiche senza distinzioni di colori o partito.
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