Il Consiglio superiore della magistratura ha accolto la richiesta del procuratore generale della Cassazione Salvi. La misura cautelare nei confronti di Angelo Giorgianni è stata emessa. Il magistrato è sospeso dopo le sue parole sul palco di Piazza del Popolo a Roma durante la manifestazione contro il Green Pass del 9 ottobre scorso. Poco prima dell’assalto di Forza Nuova alla sede Cgil.
“Oggi il popolo sovrano ha dato il preavviso di sfratto a coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere”. Parlava così il magistrato Angelo Giorgianni, dal palco di Piazza del Popolo a Roma sabato 9 ottobre, una data che resterà per sempre scolpita nella storia delle proteste contro il certificato verde e anche della Capitale. Jeans, giacca blu e cravatta, il tricolore stretto nella mano sinistra, urlava contro le misure anti Covid prese dal Governo Draghi. Non un dissenso normale, ma espresso con toni durissimi in un contesto che di lì a poco sarebbe diventato uno dei peggiori sabato della storia recente di Roma.
Sul palco con Giorgianni quel sabato 9 ottobre non c’erano politici democratici ma bensì alcuni leader di movimenti che si sono resi protagonisti dell’assalto e devastazione della sede Cgil e dei successivi scontri nel centro di Roma. Tra sorrisi compiaciuti, foto e selfie alle spalle dell’allora giudice, oggi sospeso, si vedono Giuliano Castellino braccio destro del capo di Forza Nuova Roberto Fiore e il leader del movimento IoApro Biagio Passaro. Entrambi sono tra i soggetti arrestati nell’ambito dell’inchiesta della procura romana sugli scontri e violenza di quel sabato.
Il giudice Giorgianni sospeso, sul palco con Forza Nuova a Roma il 9 ottobre
Sospensione dalle funzioni e dallo stipendio per il giudice Angelo Giorgianni. E’ la decisione presa dalla sezione disciplinare del Csm. Accolta così la richiesta di misura cautelare richiesta dal procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi. Gravissime le dichiarazioni del magistrato dal palco di Piazza del Popolo a Roma durante la manifestazione contro il Green Pass del 9 ottobre scorso.
“Noi per loro vogliamo un processo, una nuova Norimberga” esclamava duramente Giorgianni. Parole e toni inaccettabili per chi dovrebbe rappresentare la giustizia al di sopra delle parti, e che invece in queste parole trovava una profonda gravità. “A coloro che dicono che il mio ruolo è incompatibile, rispondo che scelgo il popolo sovrano e lascio la toga” urlava ancora aizzando la folla. Invece quella toga, un simbolo profondo per i magistrati, non l’aveva abbandonata. Ci ha pensato il Consiglio superiore della magistratura. Era stata per primo il ministro della Giustizia Cartabia ad incaricare i suoi ispettori di accertamenti immediati. Sentenza emessa.