Chiedere un tavolo al Governo per le pensioni. Questa l’intenzione dei Sindacati, in attesa della risposta del Presidente Consiglio Mario Draghi. I Confederali non possono accettare un ritorno alla Legge Fornero e se il Premier dovesse confermare la linea dura sarà rottura.
Pochi giri di parole: Quota 100 non è sostenibile. Quota 102-104 è già considerata una mediazione. Appare sempre più probabile un ritorno alla Legge Fornero: compito della maggioranza sarà quello di scandirne le tappe. In maniera graduale. Questa la posizione da cui Mario Draghi non sembra volersi discostare.
Intanto i Sindacati attendono. Consapevoli di due cose: non possono farsi scavalcare dalla Lega nella difesa dei pensionati e accettare un ritorno alla Legge Fornero senza opporre resistenza. Cioè senza organizzare scioperi generali. La questione è delicata perché tutto dipenderà dalla risposta che oggi riceveranno da Draghi. Sei il Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi confermerà l’intenzione di tornare gradualmente alla Riforma del 2011, con età pensionabile a 67 anni, sarà frattura.
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Pensioni, la richiesta dei Sindacati: “Draghi apra un tavolo”
Per evitare di andare allo scontro frontale, i leader di Cgil, Cisl e Uil vorrebbero chiedere al Presidente del Consiglio Draghi un tavolo di contrattazione. Negoziare con il Governo anche accettando penalizzazioni per chi decidesse di abbandonare il lavoro prima dei 62 anni. Per questo proporranno al Premier di avviare una trattativa parallela, anche sul fisco, mentre in Parlamento andrà in esame la Legge di Bilancio.
Il leader della Cgil Maurizio Landini considera il raduno del 16 ottobre di Piazza San Giovanni a Roma la prova generale di una possibile grande manifestazione di protesta contro il Governo. L’idea, piuttosto diffusa tra i Sindacati, è che quella piazza sia stata la rappresentazione simbolica di una richiesta di cambiamento. Non di un ritorno alla Legge Fornero.