Netta presa di posizione nel caso Regeni da parte dell’Italia. Roberto Fico ha dichiarato che la Camera ha interrotto i rapporti con il Parlamento egiziano.
Sul caso Regeni, si è aperto il processo qualche giorno fa, l’Italia ha preso una posizione netta nei confronti dell’Egitto. La totale assenza di collaborazione, nonostante i tanti solleciti e le pressioni, sia da parte dell’opinione pubblica della politica, non ha squarciato il velo di omertà e depistaggi, che il Paese ha messo in atto sin dai primi momenti. “L’Egitto finora non ha collaborato per appurare la verità sul sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni, questa è una grave ferita nei rapporti fra i nostri Paesi“, ha sottolineato il presidente della Camera Roberto Fico.
“È per questo che la Camera italiana ha interrotto i rapporti parlamentari con il Parlamento egiziano. Noi ci aspettiamo che lo Stato egiziano dia gli indirizzi degli appartenenti alla National security indagati dai magistrati italiani. Questo sarebbe un segnale di collaborazione, che noi ci aspettiamo senza dubbio” chiude Fico.
Caso Regeni, i depistaggi e le bugie
Roberto Fico ha parlato così durante un’intervista ad Arab News. Dopo anni si solleciti, quando si è aperto il processo sui quattro indagati egiziani che hanno torturato e ucciso Regeni, l’Egitto non ha mai fornito gli indirizzi dove poter inviare il mandato di comparizione. Questo con l’intento di invalidare l’intero processo. Ora la speranza è che si possa aprire nuovamente il colloquio per processare i colpevoli di questo omicidio che ha sconvolto l’opinione pubblica internazionale.
Durante l’intervista, Fico ha anche parlato di immigrazione:”Sicuramente serve una strategia condivisa, l’Europa deve rispondere in maniera corale, auspicabilmente con una voce unica, sia nella sfida dell’accoglienza che prima in quella della cooperazione. Nessuno può pensare di risolvere un problema ampio e complesso come quelle delle migrazioni alzando muri. Occorre definire soluzioni, coerenti con il diritto internazionale, di comune accordo con i Paesi di origine e di transito per assicurare una gestione ordinata sia dei flussi” conclude.