Green Pass, il sistema della logistica italiano alla prova del nove. Senza autotrasportatori il paese si ferma. Il rischio c’è. L’allarme dei non vaccinati nel settore dei trasporti preoccupa. E non poco. Pericolo scaffali vuoti nei supermercati.
Quello dei trasporti è uno dei settori che domani rischia di andare in tilt. Un camionista su tre non è provvisto di Green Pass. Numeri considerevoli come spiega il direttore generale di Confetra, la Federazione delle Associazioni di Trasporti e Logistica che fa capo a Confindustria Ivano Russo. “La nostra confederazione raccoglie 400 mila autisti e stimiamo che il 30% non abbia il Green Pass“, spiega Russo. In questo modo, si fermano circa 130 mila persone. Vien da sé che il pericolo blocco è altissimo.
Inoltre c’è la questione stranieri. Camionisti in larga parte dell’est Europa, ma non solo, non dotati di certificazione verde. O perché il paese d’origine non prevede la certificazione verde per poter lavorare o perché vaccinati con Sputnik o altri vaccini non riconosciuti da Ema e Aifa. “Gli effetti negativi per le imprese di trasporto e logistica ricadranno soprattutto sulla collettività”, spiega la Fiap, Federazione Italiana Autotrasportatori Professionisti. Insomma, da venerdì il rischio di vedere nei supermercati, gli scaffali vuoti, c’è.
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Green Pass, la situazione trasporti pubblici
Leggermente meglio il settore dei Trasporti Pubblici. Secondo i dati raccolti dalla Filt Cgil la percentuale di lavoratori non vaccinati non supererebbe il 10%. Si precisa, in ogni caso, che i lavoratori del trasporto pubblico locale in Italia sono circa 100 mila. E il 10% applicato ad un cifra così elevata, in un modello organizzativo che prevede turni, può creare gravi carenze. Le grandi aziende, vedi Atm di Milano, stanno chiedendo ai dipendenti di comunicare 48 ore prima del turno se possiedono il certificato verde. Asstra, l’Associazione Nazionale che raccoglie le aziende di TPL pubbliche e private, fa sapere di essere a lavoro per garantire i servizi.