Una questione di numeri. Sul suo blog Beppe Grillo fa un’analisi della situazione Green Pass. Analizzando i dati della campagna vaccinale. Lo Stato dovrebbe pagare i tamponi: “Sul Green Pass serve pacificazione”. Replica il ministro Orlando.
E’ tornato a parlare Beppe Grillo. E lo ha fatto, come spesso accade, tramite il suo blog. L’argomento del suo ultimo post è quello più discusso degli ultimi giorni: il Green Pass. E non potrebbe essere altrimenti dato l’imminente obbligo di certificato verde sul posto di lavoro. La sua è una posizione fondamentalmente assimilabile a quelle di parte del centrodestra. Sostiene sia più opportuno che lo Stato paghi i tamponi ai lavoratori, senza forzature sulla vaccinazione.
“Se lo Stato decidesse, come auspicabile, di pagare i tamponi per entrare in azienda, per questi lavoratori, servirebbe circa 1 miliardo di euro fino a dicembre 2021. Questi lavoratori potrebbero essere individuati automaticamente attraverso uno scambio dati tra Sogei che detiene i dati sui Green Pass, e Inps che detiene i codici fiscali dei lavoratori e le aziende dove lavorano. L’incrocio tra questi due dataset, con autorizzazione del garante, permetterebbe ad Inps di segnalare nel cassetto aziendale, i lavoratori senza Green pass a cui fare il tampone, e si dovrebbe prevedere nel cassetto aziendale un riconoscimento di un bonus sotto forma di sgravio contributivo, in modo che il costo del tampone sia solo anticipato dall’azienda ma pagato a conguaglio da Inps, come succede in genere per la cassa integrazione ordinaria sui versamenti dei contributi aziendali”, scrive Grillo.
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Una questione di numeri. Secondo Beppe Grillo sarebbero circa 41 milioni gli italiani con vaccinazione completa, cioè l’80% della popolazione sopra i 12 anni. All’appello mancherebbero 19 milioni di persone di cui circa 6 avrebbero meno di 12 anni, e altri 6 tra 12 e 19 anni. Si tratterebbe quindi, in prevalenza, di studenti delle scuole superiori e non lavoratori. Di conseguenza il popolo no vax sarebbe molto contenuto in Italia. “Si stima poi che ci siano circa 2,5 milioni di over 60enni senza vaccino, prevalentemente concentrati sui 60-69 anni. Tra questi oltre la metà sono pensionati e meno di 1 milione i lavoratori. Quindi dovremmo avere 19-12-1= 6 milioni circa in età attiva. Non tutti questi sono lavoratori: potrebbero essere disoccupati, inattivi e non occupati, almeno per i 2/3, quindi 2,5-3 milioni”, scrive il cofondatore del Movimento 5 Stelle.
I lavoratori senza vaccino sarebbero circa 3 milioni su 23, il 15% circa. Se lo Stato pagasse i tamponi ai non vaccinati, spiega Grillo, non sarebbe invasa la privacy dei lavoratori se non nei limiti strettamente necessari. Si eviterebbero file e controlli ai tornelli aziendali, durante i quali certamente ai lavoratori vedrebbero in quel caso violati i loro spazi di libertà. E in più i dipendenti non dovrebbero sobbarcarsi il costo del tampone. Insomma: “Il dibattito è aperto”, conclude Grillo.
Sulla questione dei tamponi gratuiti il ministro del lavoro Andrea Orlando questa mattina a Milano, ha risposto così all’idea espressa da Beppe Grillo: “E’ giusto e ragionevole pensare a tutte le forme di calmierazione, ma rendere gratuiti i tamponi significa che chi ha fatto il vaccino ha sbagliato” replica.
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