Alluvione in Cina. Continua l’emergenza climatica in tutto il mondo. Questa volta siamo nella provincia dello Shanxi. Dove quasi 2 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa dell’alluvione che nei giorni scorsi ha colpito la regione.
Quasi 2 milioni di persone evacuate e circa 17 mila case crollate. E’ questo il bilancio momentaneo delle inondazioni che hanno colpito la provincia dello Shanxi, nella Cina settentrionale. Nei giorni scorsi un violento nubifragio si è abbattuto sulla regione poco a sud di Pechino devastando oltre 190 mila ettari di piantagioni. L’alluvione ha colpito oltre 70 centri, tra contee, città e distretti. Alle persone colpite dalla calamità sono state assegnate dal Dipartimento Amministrativo per le Emergenze circa 4 mila tende e 3 mila letti pieghevoli. Consegnati anche vestiti, coperte e generi di prima necessità.
Taiyuan, il capoluogo della provincia dello Shanxi, la scorsa settimana ha registrato precipitazioni medie di di circa 185,6 mm. Secondo i media locali 4 poliziotti sarebbero morti in una frana ma al momento la notizia non è stata confermata.
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Alluvione in Cina, stop al lavoro nelle miniere
Le piogge torrenziali che hanno colpito il distretto dello Shanxi hanno costretto il Governo cinese a interrompere le attività di più di 60 miniere di carbone, di circa 15 stabilimenti chimici e 370 altre miniere. Già da alcune settimane la Cina sta vivendo una gravissima crisi energetica che aveva provocato l’interruzione dei servizi elettrici e la limitazione dell’erogazione di energia in porti e fabbriche.
E la situazione è destinata a peggiorare visto che lo Shanxi è il maggior produttore di carbone in Cina, paese che possiede la metà della miniere di carbone del globo e che usa proprio il carbone per produrre il 56 per cento dell’energia elettrica.