Pandora Papers, nell’inchiesta giornalistica dell’International Consortium of Investigative Journalists, pubblicata da diverse testate internazionali, ha rivelato ricchezze e operazioni segrete di politici, Vip e miliardari del pianeta. Tra loro anche italiani eccellenti…
il ct della nazionale italiana Roberto Mancini
Calciatori, tecnici, procuratori e top model nella lista di nomi contenuta nei Pandora Papers. Star dello spettacolo e nomi illustri che non hanno resistito alla tentazione del rifugio offshore. Tra gli italiani che emergono dall’inchiesta giornalistica internazionale del consorzio Icij, a cui L’Espresso ha partecipato in esclusiva per l’Italia, il ct della Nazionale Roberto Mancini e il suo ex compagno di squadra e amico e attuale collaboratore Gianluca Vialli. E ancora l’attrice Monica Bellucci e il celebre procuratore sportivo Mino Raiola.
Secondo quanto emerso dai Pandora Papers nell’aprile 2008 Mancini costituisce la società offshore Bastian Asset Holdings con sede ai Caraibi. Ne diventa azionista unico nel dicembre dello stesso anno. Il mese dopo Mancini perde il posto da allenatore dell’Inter e incassa una buonuscita da 8 milioni di euro. Resta disoccupato fino al dicembre del 2009 quando viene ingaggiato dal Manchester City.
Esattamente un anno prima la Bastian aveva acquistato un aereo Piaggio P180 pagato 7 milioni di dollari. Il 13 gennaio 2009 la stessa società riceveva un prestito di 5,5 milioni di dollari da SG Equipment Finance Schweiz AG, una società con sede a Zurigo che come garanzia prende in pegno sia l’aereo che le azioni della Bastian.
A novembre del 2009 però Mancini torna nel pieno possesso delle azioni date in pegno e scrive alla Fidor-Fiduciaria Orefici di Milano. Intende avvalersi delle opportunità offerte dalla recente normativa italiana sulla emersione delle attività detenute all’estero. La legge sullo scudo fiscale, promossa dall’allora ministro Giulio Tremonti, offriva una sanatoria che garantiva la non punibilità dei reati tributari con il versamento di una quota forfettaria pari al 5 per cento del valore dei beni detenuti all’estero. Non è dato sapere se il ct della Nazionale abbia effettivamente usufruito dello scudo fiscale, come annunciato nella lettera.
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Pandora Papers, la storia di Gianluca Vialli
Dai Pandora Papers emerge che anche Gianluca Vialli, ex centravanti di Sampdoria e Juventus che ha accompagnato come capo delegazione la Nazionale azzurra ad Euro 2020. Dall’inchiesta a Vialli farebbe capo la società offshore del 1998 Crewborne Holdings Limited mentre la Belvedere Investments Limited agirebbe come fiduciaria per conto del Gianluca Vialli Family Trust.
Tra il 2008 e il 2013 i diritti di immagine di Vialli sarebbero stati trasferiti alla Crewborne Holdings, ma nei documenti non si farebbe menzione di come siano stati sfruttati. Però emergerebbe una cospicua movimentazione di denaro in forma di prestiti, che aumentano dai 319 mila euro del 2009 fino ai 4,1 milioni nel 2012. Sono prestiti senza interessi e pagabili a vista. Il creditore è la Belvedere Investments che agisce fiduciariamente per conto del Gianluca Vialli Family Trust.
L’Espresso ha contattato l’ex calciatore per chiedergli della Crewborne, liquidata nel 2017, e degli altri suoi investimenti. Vialli ha risposto via sms, dichiarando di essere un cittadino britannico, aggiungendo solo che i suoi business sono registrati e gestiti nel rispetto delle norme fiscali.
Pandora Papers, Ancelotti e il fisco spagnolo
L’agenzia delle entrate spagnola il 3 giugno ha sequestrato a Carlo Ancelotti un milione e 420 mila euro. Il motivo? Avrebbe omesso di dichiarare al fisco una parte dei compensi ricevuti in Spagna nel 2014 e nel 2015. Era il periodo della sua prima esperienza sulla panchina del Real Madrid. Per il fisco spagnolo Ancelotti con il contratto del primo luglio 2013 avrebbe solo apparentemente trasferito per 10 anni i suoi diritti d’immagine alla società Vapia Limited delle British Virgin Islands. Incassando 25 milioni di euro. I termini di quel contratto sarebbero cambiati più volte e già il 4 di luglio del 2013 sarebbe entrata in scena una seconda società: Vapia LLP, una sorta di srl.
Il 23 luglio scorso l’allenatore ha ammesso di fronte ai giudici spagnoli di aver aggirato le imposte, ma solo parzialmente. Nega infatti di aver evaso le tasse anche nel 2015, perché a maggio di quell’anno era già stato licenziato dal Real Madrid e aveva lasciato la Spagna.
Mino Raiola, da Londra a Montecarlo
Anche Mino Raiola, intermediario tra i più potenti del calciomercato internazionale, procuratore di gente del calibro di Donnarumma, Pogba, Verratti e Haaland, ha la sua ragnatela societaria. Si estende da Londra a Montecarlo, paradiso fiscale dove il procuratore risiede da tempo. Ora però spuntano due società registrate nel centro offshore delle British Virgin Islands. Gama Advisery e Gladiator Overseas. Ed hanno come unico beneficiario proprio Raiola.
Il 6 aprile del 2017 Gama Advisery è passata sotto il controllo del procuratore italiano. Della Gladiator Overseas Raiola è anche amministratore. Dei rapporti tra le due società e l’attività di Raiola non è dato sapere.