Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla delega per la riforma fiscale. Scontri e polemiche nella maggioranza con la Lega che diserta la riunione voluta da Draghi per discutere il disegno di legge. Colpo di scena giustificato, secondo Salvini, dalla necessità di ulteriore tempo per analizzare il testo della delega fiscale.
10 articoli. Questo il contenuto della legge delega, o secondo la definizione del Premier Draghi legge-scatola, per la riforma fiscale. Al suo interno sono previste modifiche del sistema nazionale di riscossione, revisione del sistema di imposizione personale sui redditi, revisione dell’Ires e della tassazione del reddito di impresa, razionalizzazione dell’imposta sul valore aggiunto e di altre imposte indirette.
In più, graduale superamento dell’Irap, modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e revisione del catasto fabbricati, revisione delle addizionali comunali e regionali all’Irpef e delega al governo per la codificazione in materia tributaria. Nella delega è stato inoltre inserito il trasloco dell’agenzia della Riscossione, nata dal superamento di Equitalia, all’interno dell’Agenzia delle Entrate.
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Riforma fiscale, stop all’addizionale Irpef
Uno degli snodi della riforma riguarda la sostituzione della classica addizionale Irpef comunale e regionale con una ‘sovraimposta‘ che lascerà comunque invariato il gettito fiscale percepito da Comuni e Regioni. La revisione prevista dalla legge delega garantirà il principio della Progressività. L’obiettivo del Governo è quello di ridurre gradualmente le aliquote medie effettive derivanti dall’applicazione dell’imposta, anche al fine di incentivare l’offerta di lavoro e la partecipazione al mondo del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l’attività imprenditoriale e l’emersione degli imponibili.
L’articolo 3 della bozza mira a ridurre gradualmente le variazioni eccessive delle aliquote marginali effettive derivanti dall’applicazione dell’Irpef. Previsto inoltre il riordino di deduzioni e detrazioni.
Per ciò che riguarda l’Iva la legge punta alla razionalizzazione delle imposte indirette sulla produzione e sui consumi in riferimento al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote. La riforma ha lo scopo di semplificare la gestione e l’applicazione dell’imposta, contrastare l’erosione e l’evasione, aumentare il grado di efficienza in coerenza con la disciplina europea.
Riforma fiscale, come cambia il Catasto
L’articolo 7 della legge delega prevede l’aggiornamento del sistema della mappatura catastale, in particolare su immobili non censisti, abusivi, edificabili accatastati come agricoli, e nuovi criteri aggiuntivi per la descrizione degli immobili da utilizzare a partire dal 1 gennaio 2026. La riforma mira a rintracciare gli immobili non censiti, abusivi e quelli con errata destinazione d’uso o categoria catastale. “Il contribuente medio non si accorgerà di nulla per quanto riguarda il catasto, resterà tutto come prima”, ha dichiarato il Premier Mario Draghi nella Conferenza Stampa successiva al Consiglio dei Ministri.
Il graduale superamento dell’Irap
Nella legge è previsto poi il graduale superamento dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive ma sarà comunque garantito il finanziamento del fabbisogno sanitario. La normativa completa il processo di revisione dell’imposizione sui redditi personali e su quelli d’impresa. L’attuazione della delega non peserà sui conti pubblici, ma verrà finanziata grazie allo stanziamento di 2 miliardi di euro nel 2022 e 1 miliardo nel 2023 del fondo per la riforma fiscale creato con l’ultima manovra.
La razionalizzazione dell’Ires
Anche la normativa sull’imposta sui redditi delle società verrà razionalizzata e semplificata. Seguendo criteri direttivi, finalizzati alla riduzione degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese. Anche attraverso un rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici e fiscali, con particolare attenzione alla disciplina degli ammortamenti.
La nuova disciplina terrà conto delle variazioni in aumento e in diminuzione apportate all’utile o alla perdita per determinare il reddito imponibile. Al fine di adeguarla ai mutamenti intervenuti nel sistema economico, allineando tale disciplina a quella vigente nei principali paesi europei.