“La transizione ecologica non è una scelta ma una necessità. Avete ragione a chiedere cambiamento”. Con queste parole il Premier Mario Draghi risponde a Greta Thunberg che martedì scorso aveva accusato i leader mondiali di immobilismo sulla questione clima.
“La transizione ecologica non è una scelta ma è necessità. O paghiamo il prezzo ora, affrontandola, oppure dovremo pagarlo dopo in maniera più cara e grave”. Queste le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi alla giornata di chiusura di Youth4Climate a Milano. Evento preparatorio della Cop26 di Glasgow, considerato come una delle ultime occasioni per arginare le drammatiche conseguenze del cambiamento climatico.
Le parole di Draghi arrivano in risposta all’accusa dei giorni scorsi mossa da Greta Thunberg sulla questione clima, nei confronti dei leader mondiali: “Le loro parole sono sempre le stesse, bellissime e altisonanti ma che non hanno portato ad alcuna azione. Dobbiamo arrivare a una transizione senza traumi” le parole della giovane attivista svedese.
La stessa Thunberg aveva aggiunto: “Non si puo’ piu’ andare avanti con il bla bla bla. Cosa vogliamo? Giustizia climatica. Quando la vogliamo? Ora” concludeva.
Va detto che i giovani si sono mobilitati a livello mondiale e di soluzioni alternative ne hanno offerte numerose. Ma i governi, il cui compito oltre che trovare le risposte alla crisi sarebbe proprio quello di metterle in atto, quando ascoltano l’ambizione e la radicalità di queste proposte si spaventano.
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Salvataggio del clima parta dai giovani
“Abbiamo imparato l’importanza di mitigare ed adattarci alla crisi e trovare fondi per i paesi poveri per poter fare lo stesso, ma dobbiamo agire davvero: abbiamo molto da imparare dalle idee dei giovani, dai loro suggerimenti, dalle pressioni che voi giovani esercitate. Dobbiamo essere stimolati ad agire” ha spiegato il Presidente del Consiglio Mario Draghi agli oltre 400 ragazzi provenienti da tutto il mondo.
Il Premier prosegue poi spiegando che alla Cop26 ci sarà bisogno di avere obiettivi coraggiosi per sviluppare strategie a lungo termine in linea con l’obiettivo di rimanere sotto 1,5 °Ci. Questa generazione di giovani ragazzi, aggiunge Draghi, è quella che avrà più da perdere dal cambiamento climatico in termini economici e di salute.
I motivi della protesta: non c’è un pianeta B
Che la questione climatica abbia raggiunto un livello d’allarme non più trascurabile è fuori discussione. E’ ormai sotto gli occhi di tutti l’accelerazione che ha subito il riscaldamento globale nell’ultimo periodo. Le variazioni di temperatura media della superficie del pianeta, con conseguente scioglimento dei ghiacciai, hanno avuto inizio circa 50 anni fa e oggi costituiscono il principale motivo dell’innalzamento dei mari.
I cambiamenti in questione non solo hanno danneggiato l’ecosistema, devastando la vita di flora e fauna sul pianeta, ma mettono in pericolo l’esistenza dello stesso essere umano. Le variazioni del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai stanno provocando tsunami, allagamenti, alluvioni e piogge torrenziali che minacciano la vita delle popolazioni, così come oggi la conosciamo. L’auspicio è che l’umanità non si renda complice di tale disastro.