Cannabis, l’allarme del Comitato promotore: “Referendum a rischio sabotaggio”

Referendum sulla cannabis a rischio sabotaggio. Dopo l’exploit delle 500.000 firme conseguite per la consultazione, arrivano i primi problemi. 1400 comuni non hanno inviato i certificati elettorali richiesti per validare le firme.

Referendum Cannabis legale

Dopo il successo del raggiungimento delle 500.000 firme conseguito il 18 settembre, arrivano i primi ostacoli per il Referendum abrogativo sulla Cannabis legale. Queste firme vanno accoppiate con i certificati elettorali per essere certe della loro validità. Ovvero attestare che coloro che hanno firmato abbiano diritto all’elettorato attivo e possano in concreto recarsi alle urne.

Grazie alla possibilità di sottoscrivere la proposta in modo digitale attraverso lo Spid, decine di migliaia di persone in tutta Italia, hanno firmato per sostenere l’iniziativa promossa, tra gli altri dall’Associazione Luca Coscioni, +Europa e dai Radicali italiani.

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Referendum Cannabis, 1400 comuni inadempienti

Riccardo Magi, +Europa

Stando a quanto detto da Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni e Presidente del Comitato Promotore del Referendum Cannabis: “A venerdì sera, 1400 amministrazioni comunali non hanno risposto del tutto. Altre non hanno rispettato le 48 ore previste dalla legge, ormai diventate 96, e hanno inviato certificazioni d’iscrizione nelle liste elettorali delle oltre 580.000 firme raccolte online sul referendum cannabis in modo parziale” spiega

Data la situazione tale da mettere a rischio l’intera raccolta firme, il Comitato Referendario fa presente come a fronte del permanente silenzio istituzionale e tenuto di conto delle inadempienze dei comuni, sarà costretto a mettere in mora anche il Ministero dell’Interno se non dovesse intervenire per sanare quanto in atto in queste ore.

Referendum Cannabis, il Comitato: “Così a rischio sabotaggio”

La protesta del Comitato Referendario

“Purtroppo sta avvenendo quello che temevamo” dichiarano in una nota congiunta dal Comitato Referendario Antonella Soldo, Riccardo Magi e Leonardo Fiorentini. “Alla disparità di trattamento di questo referendum rispetto agli altri che avranno tempo fino al 31 ottobre, si è aggiunta l’inadempienza di tanti comuni italiani. Di fatto siamo di fronte a un sabotaggio che può essere evitato solo con un intervento urgente del Governo” concludono.

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