Assolti l’ex senatore Marcello Dell’Utri, e gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno nell’ambito della trattativa Stato – mafia. Prescritte le accuse contro Brusca.
La Corte d’Assise di Palermo, presieduta da Angelo Pellino, ha assolto in appello Marcello Dell’Utri per non avere commesso il fatto. Era stato precedentemente condannato a 12 anni di carcere. La sentenza, emessa dopo 3 giorni di camera di consiglio, ha riformato dopo 2 anni e mezzo il giudizio di primo grado. Assolti anche gli ex ufficiali dei Carabinieri Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno perchè il fatto non costituisce reato. Accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato erano stati tutti condannati a pene pesantissime.
La sentenza conferma prescritte le accuse al pentito Giovanni Brusca. Riduzione della pena per il boss Leoluca Bagarella da 28 a 27 anni mentre è stata ribadita la condanna a 12 anni di carcere al capomafia Nino Cinà.
Verdetto rovesciato
La sentenza della Corte d’Assise ha clamorosamente ribaltato la sentenza di primo grado del 20 aprile 2018 che considerava la minaccia di Cosa Nostra nei confronti dello Stato una vera e propria estorsione.
In appello ci sono voluti 2 anni e mezzo per arrivare alla nuova decisione, elaborata attraverso i nuovi principi specificati dal Presidente Pellino durante la prima udienza del 2019: “Può accadere che in un processo che riguarda fatti molto eclatanti la riscrittura della storia di un paese sia un effetto inevitabile dei temi trattati e del lavoro delle parti processuali che hanno concorso a scavare nei fatti; ma lo scopo del processo d’appello è verificare la tenuta della decisione di primo grado sotto la lente d’ingrandimento dei motivi d’appello. Gli imputati saranno giudicati per ciò che hanno o non hanno fatto, se si tratta di reati. Questo è l’impegno della Corte e mi sento di rassicurare le parti” ha concluso.